sabato 20 ottobre 2007

Japanese journalist shot dead at close range in Myanmar



Per non dimenticare ciò che sta accadendo in questo paese, la cui situazione per troppi anni è stata ignorata.
In Myanmar la situazione è precipitata quando, nei mesi scorsi, il regime aveva quintuplicato il prezzo della benzina, decisione che aveva trascinato con sé, al rialzo, i prezzi di molti altri beni, primi fra tutti quelli di prima necessità, riducendo allo stremo una popolazione già provata dalle sanzioni imposte dalla UE e dagli Stati Uniti, che non approvano i metodi volti a reprimere le forze di dissenso. Il premio Nobel Suu Kyi, leader dell'opposizione, è da molti anni agli arresti e solo da alcuni anni le sono stati concessi i domiciliari. Negli ultimi giorni la protesta è esplosa quando i monaci buddisti hanno deciso di iniziare una marcia pacifica. I monaci, che vengono visti come la massima autorità morale del Paese, sono stati presto seguiti da altre persone, fino a diventare un fiume umano di trecentomila persone. Successivamente il regime ha deciso di far convogliare nella capitale una grande quantità di truppe, dando inizio ad operazioni di repressione che hanno causato diversi morti.
Il Myanmar per troppo tempo è stato ignorato dalla politica internazionale, dalle potenze mondiali, impegnate in crociate definite "portatrici di democrazia", ma sporche di petrolio fino al collo. Le stesse che organizzano summit, tavole rotonde e quadrate che troppo spesso si risolvono in un volume di fogli di carta, inanimata, INSENSIBILE. Le stesse che da anni non muovono un passo per le delicate situazioni in Africa...
Il Myanmar è stato ignorato dai mass media e dall'opinione pubblica, troppo spesso impegnate a dare attenzione ed importanza a finti eventi mediatici. Solo adesso, che la situazione è definitivamente degenerata, l'opinione pubblica è stata raggiunta da voci e immagini del dramma di 51 milioni di persone costrette da quasi vent'anni, da un regime militare-dittatoriale ad una condizione di vita di disagio e ingiustizie.
Che questo documento rimanga nella coscienza di tutti noi.

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